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mercoledì 1 febbraio 2012

Bruce Springsteen - Il ritorno del gigante

Voto: 7


Potrebbe arrivare un gigantesco meteorite e colpire la terra; o potremmo essere il bersaglio di un attacco alieno; o potrebbe esserci una qualsiasi altra catastrofe che non provenga dall'immaginario cinematografico. Il punto è che Bruce Springsteen ci farebbe un album. Sì perchè il boss non è per niente stufo di raccontare la storia dell'uomo, o almeno dell'uomo che affronta la realtà sociale, che non si preoccupa del numero di canali che riceve in formato digitale terrestre, che non approfitta dei prezzi più bassi per le crociere dopo le tragedie, che non si chiede cosa accade ad Annamaria Franzoni. Ha raccontato la storia delle due torri che cadono e del re che fa scacco matto (o che fu matto solamente), ha raccontato della speranza a stelle e strisce di nome Obama, ora è pronto a raccontare della disillusione della crisi economica. Dovrebbero mettere i suoi dischi nella sezione "storia americana" in tutte le biblioteche; dovrebbero farlo ascoltare nelle scuole. E poi ci dovremmo chiedere il perché in Italia non ci sia nessuno così. Il singolo che anticipa l'album Wrecking ball in uscita quest'anno è We take care of our own.


Video sobrio come sempre, mai più adatto che in questo tempo, e impregno sociale, spirituale, positivo; una chiamata alle armi, una benedizione ai movimenti mondiali, quelli dalle masse, che vengono dal basso. Quasi una previsione di #occupywallstreet perché, a quanto racconta il suo amico Landau al Corriere, il singolo è stato scritto prima del movimento di Zuccotti Park. C'è chi canta triste di quando gioca ai videogames, chi scrive canzoni per regalare nuove esultanze ai calciatori, chi si droga e trova l'amore (?) in posti senza speranza. E c'è chi racconta della gente.

L.

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