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lunedì 29 agosto 2011

Jeff Buckley, Grace (1994) - Spegnete le luci

Seduto al bancone di un vecchio bar con i vestiti di sempre, i capelli in disordine, e una tazza di caffè americano. E non scambia mezza parola con il titolare, né con altri clienti. Dopo il caffè esce fuori e fuma una sigaretta.
Così mi immagino fosse Jeff Buckley.
Dopo aver raggiunto la fama, decise di usare nomi fittizzi per esibirsi in piccoli cafè del New England con una manciata di persone.
E non te ne frega se la canzone più bella dell'album non l'hai scritta tu. Hallelujah
Prende una vecchia macchina e fa un giro percorrendo le strade meno trafficate e meno illuminate della città. Si ferma in un negozi di alimentari e prende una birra da portare via. Si innamora della cassiera.
Poi prende una chitarra acustica e fa uscire tutti i suoi pensieri.
E si fa risucchiare dal gorgo di un battello nel Wolf River, fischiettando Whole Lotta Love.

L.


sabato 27 agosto 2011

The Rapture, In The Grace Of Your Love - La festa è finita, andate in pace

E' un disco dance-punk ed è un disco serio.
Non che i dischi dance-punk non siano seri, non fraintendetemi, ma spesso hanno sonorità danzerecce e da dancefloor che più che ascoltare musica fanno saltellare e ballare. Quindi scordatevi quel Echoes (album) e quella Echoes (canzone) della sigla di Misfits. I The Rapture hanno raggiunto la maturità giusta per fare un grande album e lo dimostrano con un lavoro molto profondo: tracce lunghe e pacate, linee di basso e tastiere ipnotiche e testi ripetitivi. Lo ascolti e sembra una lunghissima ed intensa unica traccia, a dimostrazione di essere un album con un filo logico.
C'è poco da ballare in questo disco dance-punk, ma molto da godere.
La festa è finita. Comincia l'after.

P.



Best tracks: Sail Away, How Deep Is Your Love?

martedì 23 agosto 2011

Paul Kalkbrenner, Icke Wieder - Berlin Living

Bel disco. Bel disco. Bel disco. Bel disco. Bel disco. Bel disco. Bel disco. Bel disco. Bel disco. Bel disco.
Sarà che sono stato contagiato dal minimalismo nudo e crudo dell'album.
Ma è proprio un bel disco. Bel disco. Bel disco. Bel disco.
DJ Kalkbrenner abbandona con questo lavoro le emozioni e le intenzioni del suo capolavoro Berlin Calling e si dedica ad un'elettronica limpidissima.
Il risultato è una colonna sonora completamente asettica, che potrebbe suonar bene tanto alla mia festa di laurea quanto al mio funerale.
Perché è un bel disco. Bel disco. Bel disco. Bel disco.
E il minimalismo che caratterizza tutti i pezzi non è assolutamente pesante nell'ascolto; anzi permette di perdersi nell'atmosfera musicale e uscire fuori dalla dittatura sanguinaria delle lancette.
Ma la lama è a doppio taglio.
Ciò che non lo renderà un successo commerciale, ahimè, è proprio il fatto che un disco così vaporeo non può rimanere catturato dagli schemi troppo concreti della memoria.
Tanto che faccio fatica ad indicare un pezzo dell'album che mi sia piaciuto più di altri.
Come quando, a causa di qualche negroni di troppo, non ricordo la musica che ho ascoltato la sera prima in discoteca, anche se so che mi è piaciuta e mi sono divertito.
Kalkbrenner è bravo. Bravo. Bravo. Bravo.






Paul Kalkbrenner - Icke Wieder by Eric Llavaam

L.

giovedì 18 agosto 2011

The Wombats; A Guide to Love, Loss And Desperation - Love Will (Not) Tear Us Apart

Tales Of Girls, Boys & Marsupials.
Storie di ragazze, ragazzi e.. marsupiali. Sì, ok, probabilmente i marsupiali non c'entrano niente in questo intreccio di storie tra ragazze e ragazzi, ma vedrete che un ruolo importante in questo disco lo avranno comunque.
E' la prima sera in cui sei single dopo una lunga relazione finita male. Hai voglia di andartene (Moving to New York), di sparire. E tutto sembra avere così poco senso.
In A Guide to Love, Loss and Desperation i Wombats sono i tuoi migliori amici quando tutto sembra andare male, quelli che ti aiutano a dimenticare e a ricominciare. Everything is going wrong, but we're so happy.
Un album che sembra essere una parodia di Love Will Tear Us Apart (testimoniato anche dal brano Let's Dance To Joy Division), dove l'amore invece che distruggerti sarà uno sprono a ricominciare una vita nuova a suon di goliardia e birre.
Brani accompagnati da sintetizzatori dei più classici pezzi da dancefloor e da cori da cantare a squargiagola che inneggiano la spensieratezza e la voglia di festeggiare ovunque e in ogni occasione. Party In A Forest.
L'album si chiude con un brano intitolato My First Wedding, una critica al matrimonio visto più come un'occasione per bere e far festa che per celebrare l'amore. Anche perchè in fondo la sposa is not that beautiful.
Quando la spensieratezza e la voglia di festeggiare dominano su una maturità che pare lontata, chi ha bisogno di amare?

P.




Best track: Let's Dance To Joy Division


Un ringraziamento a G. che per scrivere questo post è riuscita a scavare nei miei pensieri.

martedì 16 agosto 2011

Afterhours, Quello Che Non C'è - Thus Spoke Manuel Agnelli

Quando mi chiedo che senso avrà la giornata, alla mattina, mentre bevo il caffè.
Quando penso al futuro dopo una giornata insoddisfacente e stressante buttato sul letto.
Quando ricordo persone che mi sono lasciato sfuggire sfogliando la rubrica del telefono.
In tutti questi momenti raggiungo uno stato di coscienza che posso chiamare Quello che non c'è.
E gli Afterhours, alle loro domande, provano a dare delle risposte che si inseriscono nei miei ragionamenti come tessere di un puzzle; senza paura di sconfinare nel dogmatismo (La chiave della felicità è ...), scongiurato dal senso di inconsapevolezza con cui affrontano gli argomenti.
Lo fanno con un rock fedele al loro stampo, fatto di distorsioni e cantato tutto dalla voce odiata/amata di Manuel Agnelli.
Quello che non c'è è un disco fondamentale per assaggiare la filosofia degli Afterhours, nel limbo tra il nichilismo e la volontà di comprendere la scintilla vitale.
Un disco introspettivo, oltre il tempo e lo spazio, e che per sua natura allontana il gruppo milanese dalla scena alternativa italiana che sempre più si dedita alla tematiche sociali.
Prima di salvare i mari dal petrolio.
Prima di scendere in piazza contro la finanza mondiale.
Mi chiedo quale sia Il mio ruolo.

L.


venerdì 5 agosto 2011

My Bloody Valentine, Loveless - Il rumore dell'amore

When I look at you, I don't know what's real.
La distinzione tra reale e non reale. Cercare di capire se si sta sognando oppure no. In bilico, in un limbo tra la dormiveglia e la fase REM.
I My Bloody Valentine con il loro secondo album ti catapultano in un mondo parallelo fatto di romanticismo e sogni da vivere ad occhi aperti. Piacevole anche se siete il più cinico dei cinici ai quali si cariano i denti alla minima sdolcineria.
Un unico sottofondo fatto di distorsioni, di quelli che se lasci la chitarra accesa senza suonarla fa fischiare le casse, mescolato a meraviglia con delle linee di basso abbastanza pesanti (anche queste distorte) e a colpi energici di batteria (se si potesse, anche questa con distorsioni).
Un disco che non è solo un disco. E' un inizio.
Un muro di suono che si schianta lievemente contro di voi. Parole appena sussurrate, quasi impossibili da comprendere ma di cui se ne percepisce la dolcezza.
Blown A Wish è la buonanotte da dare alla vostra amata. When You Sleep sono i vostri pensieri mentre la osservate dormire. E' bello essere innamorati quando c'è così tanta dolcezza.
Sulla copertina c'è scritto Loveless: mai giudicare un libro dalla copertina.

P.




Best Track: When You Sleep

mercoledì 3 agosto 2011

Mogwai, Happy Songs For Happy People - E quindi uscimmo a riveder le stelle

Guardare un enorme asteroide in rotta di collisione con la Terra e sorridere.
Come Donnie Darko. C'è tanto da contemplare avidamente.
I Mogwai suonano un disco post-rock capace di toccare corde molto profonde; un disco che sostanzialmente non cambia per tutta la sua durata, ma che nella profondità dello scenario che crea risulta perfino troppo breve.
Uno scenario apocalittico, che mi lascia affascinato e umilia il racconto biblico a una punizione per bambini che mangiano la torta riposta sul davanzale.
Kids will be skeletons.
Le uniche parole dei Mogwai rimangono stampate sul disco (Non c'è cantato.) e disegnano immagini crude, orrende, stilizzate.
Le scimmie spaziali scozzesi seguono l'odore delle fiamme in un viaggio in cui l'unica dimensione è quella del pensiero.
Moses I amn't.
Eppure la sintesi è lì, Happy Songs For Happy People. Non posso far altro che sorridere di tutta questa grandezza.
Lucifero, portatore di luce.

L.


Mogwai - Hunted By A Freak (Live) by PIASGermany