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mercoledì 30 novembre 2011

Primal Scream, Screamadelica - Gira tutta la stanza.

Che strana storia quella della musica. Soprattutto quella volta, verso la fine degli anni '80, che virò verso nuovi suoni, nuove sperimentazioni grazie a qualcosa che non è strettamente musicale: l'ecstasy.
L'acquisizione di popolarità di questa droga (nota in chimica anche come MDMA) coincise con la nascita e l'esplosione dell'House Music e del fenomeno del clubbing. Non a caso prese anche il nome di club drug.
A quanto pare gli effetti causati da questa sostanza chimica (abbassamento d'ansia, euforia) si accoppiavano a meraviglia con i ritmi e le sonorità della musica dance. Chi ha visto Trainspotting sicuramente capirà.
Queste sonorità e questi ritmi furono ripresi da molti musicisti, un po' per moda, un po' per sperimentare, un po' per curiosità.
I Primal Scream furono alcuni di questi. Nel 1991 abbandonarono momentaneamente l'alternative adottando il metodo dei campionamenti e ingaggiando il dj Andrew Weatherall alla produzione.
Il risultato fu Screamadelica, un album dai forti richiami psichedelici sia per il nome che per la copertina, raffigurante questo sole che sembra quasi un'allucinazione.
Il ritmo è dettato dalla prima traccia, Movin' On Up, in stile Rolling Stones e con cori gospel che ti introducono verso brani più dance come Slip Inside This House e Higher Than The Sun. Il momento di massimo ipnotismo arriva con Come Together, il brano più lungo e psichedelico; mentre il ritmo si abbassa con Damaged, un pezzo acustico che rimanda i Primal Scream alle origini.
Il tutto si conclude con Shine Like Stars, come a dare la buonanotte (o il buongiorno, dipende dall'ora) dopo una bella serata passata in discoteca.
E ti ritrovi nel letto, con la stanza che gira, gira e rigira. Effetto Screamadelica.

P.



Best tracks: Movin' On Up, Damaged (se siete amanti del rock); Slip Inside This House, Higher Than The Sun (se siete danzerecci)

venerdì 11 novembre 2011

The Libertines, Up The Bracket - Il tè delle cinque corretto con la Sambuca.

Se a inizio millenio aveste fatto una passeggiata per i mercati di Camden Town li avreste trovati collassanti, per terra, uno appoggiato all'altro ancora in sbornia dalla serata precedente.
Nel pomeriggio li avreste visti sicuramente varcare la porta di qualche casa discografica con un demotape in mano a incassare un altro, l'ennesimo "No!".
La sera li avreste trovati sicuramente in un pub ubriachi fradici.
Qualche anno dopo magari li avreste potuti trovare in qualche locale a suonare. Dopo aver bevuto l'ennesima pinta di birra, ovviamente.
Li avreste trovati ubriachi e sudati. Ma il rumore che proviene dalle loro chitarre è abbastanza orecchiabile. Sul palco si prendono a pugni, e se li aveste fissati con ammirazione durante l'esibizione probabilmente vi avrebbero sputato addosso.
Volendo avreste potuto addirittura salire sul palco a cantare e suonare con loro. Essere uno di loro, per una notte. Tanto chi se ne frega, l'importante era far casino.
Questi erano i The Libertines e questo è Up The Bracket, il loro album d'esordio. La reincarnazione di tutti i più brutti stereotipi dohertyani che trovano sostegno nella sua anima gemella, Carl Barat.
Anti-eroi della musica inglese. Brutte cose fatte da brutte persone.
Ma they all get them out for the boys in the band, they twist and they shout only for the boys in the band.


P.



Best Tracks: Time For Heroes, Boys In The Band, Up The Bracket.

venerdì 4 novembre 2011

Beatrice Antolini, Bioy - La Y è meglio della X che è un segno di negazione

Che per fare un disco così devi avere tante di quelle idee che ci riempiresti una mongolfiera. E che poi le devi tagliare e incollare per farci dei brani da una manciata di minuti. E poi devi prendere una manciata di questi brani e farci un album. Come un pittore che deve mettere la cornice intorno al quadro per appenderlo in una galleria d’arte perché altrimenti nessuno lo vedrebbe. Che per suonare un disco così devi affittare (per non spenderci una barca di soldi) un intero negozio di strumenti musicali e pure un ferramenta per cercare qualche suono veramente originale. A volte mi dimentico che esiste il Mac. E poi dentro ci devi mettere quello che ti passa per la testa quando fai colazione, quando pranzi e anche quando ceni. Eppure Beatrice Antolini non è un personaggio della Marvel ma è una di quelle che al massimo finisce un inserto di qualche giornale di quelli che ci fanno la rassegna stampa al tg. Ed è pure carina. Mondo cane.

L.


Best Track: Quelle cose con i numeretti di fianco?

mercoledì 2 novembre 2011

Florence + The Machine, Ceremonials - Madre Natura è buona, Madre Natura ci ama.

Recensione breve:
Ascoltatelo e liberate l'animale che è in voi.

Recensione un po' più seria:
Guardo alcuni vecchi live dei Florence + The Machine su YouTube e rimango letteralmente folgorato da questa chioma rossa che saltella come una matta per tutto il palco.
Mi domando se un essere umano possa andare oltre a così tanto entusiasmo e passione. Perchè sì, Florence Welch non è solo una grandissima voce ma anche tanto carisma, il che fa di lei un'artista a 360°.
E no, non ho trovato una risposta alla mia domanda. Così con un po' di scetticismo dovuto alla solita solfa "ilsecondoalbumèsemprepiùdifficile" mi accingo ad ascoltare il nuovo lavoro di Florence e la sua macchina.
Pensai, prima di premere play, che mi sarei ritrovato un album identico al precedente. Quanto avevo torto.
Come detto prima, mi domandavo se si potesse andare oltre a tutto quel delirio creato da un essere umano. E così la mia chioma rossa preferita non mi dà una risposta, ma un'alternativa.
Non è più entusiasmo umano, ma puro istinto animale.
Rispetto al primo lavoro si accentuano le percussioni e diminuiscono le chitarre per far spazio ad archi e violini, aggiungendo cori di sottofondo che creano un meraviglioso paesaggio naturale. A tratti mi ricordano gli Arcade Fire (soprattutto in Breaking Down), band selvaggia per antonomasia.
Quest'album è il passaggio da umano ad animale. Selvaggio, libero, scatenato.
Non me ne voglia Leopardi, ma dopo questo ascolto non posso pensare altro che Madre Natura è benevola e ci ama. Se non altro per averci dato una selvaggia come Florence.

P.



Best Track: Shake It Out